LO STATO DELLE COSE
legge Paolo Musio
in italiano e latino dal "DE RERUM NATURA" di Lucrezio
sonorizzazione di Riccardo Ancona
Attraverso il ritmo della grande poesia, per il quale passa l’energia comunicativa, confidando nella potenza della visione e delle parole di Lucrezio, riconosciamo l’urgenza di tornare alle radici del pensiero razionale, ai fondamenti della nostra cultura ed identità, per fornire ancora una volta strumenti adeguati alla lettura del nostro presente.
Nel testo di Lucrezio, un trattato scientifico in esametri, la materia è in eterna lotta, il cosmo infinito privo di centro, il vuoto è il teatro di questa lotta, in cui l’umanità occupa un posto di assai poca importanza, la vita, che non è data in proprietà a nessuno ma
in uso a tutti, è preziosa e breve ed in essa i motivi della creazione si intrecciano indissolubilmente con quelli della distruzione, che non risparmia neanche l’anima, anch’essa mortale. Queste le coordinate per un’indagine sul cosmo che apre l’orizzonte in tutte le direzioni, pur nel conflitto, ed orienta il nostro necessario disincanto insieme all’irriducibile volontà di dare il giusto valore al tempo della nostra vita, individuale e collettiva.
“Puoi partecipare allo spettacolo, se i tuoi occhi sono pronti. Guarda i raggi del sole, quando rischiarano l’oscurità della stanze. Vedrai un esercito di piccoli esseri vorticare nel fascio di luce, ingaggiare una lotta infinita: nascono battagli, si formano truppe e
squadroni, si succedono senza tregua incontri e squarci. Vedrai l’eterno agitarsi dei corpi nel vuoto.”
Caratteristiche dell'evento
Inizio evento | 29-06-2025 5:00 pm |
Costo per persona | Evento gratuito |
Luogo | Museo delle Navi Romane di Nemi |
Indicazioni Luogo - Museo delle Navi Romane di Nemi

Il Museo venne costruito tra il 1933 e il 1939 per ospitare due gigantesche navi appartenute all’imperatore Caligola (37-41 d.C.) recuperate nelle acque del lago tra il 1929 e il 1931. È stato quindi il primo Museo in Italia ad essere costruito in funzione del contenuto, due scafi dalle misure rispettivamente di m. 71,30 x 20 e m. 73 x 24, purtroppo distrutti durante un incendio nel 1944. Riaperto nel 1953, il Museo venne nuovamente chiuso nel 1962 e infine definitivamente riaperto nel 1988.
Nel nuovo allestimento, l’ala sinistra è dedicata alle navi, delle quali sono esposti alcuni materiali, come la ricostruzione del tetto con tegole di bronzo, due ancore, il rivestimento della ruota di prua, alcune attrezzerie di bordo originali o ricostruite (una noria, una pompa a stantuffo, un bozzello, una piattaforma su cuscinetti a sfera).
Sono inoltre visibili due modelli delle navi in scala 1:5 e la ricostruzione in scala al vero dell’aposticcio di poppa della prima nave, su cui sono state posizionate le copie bronzee delle cassette con protomi ferine.
L’ala destra è invece dedicata al popolamento del territorio albano in età repubblicana e imperiale, con particolare riguardo ai luoghi di culto; vi sono esposti materiali votivi provenienti da Velletri (S. Clemente), da Campoverde (Latina) da Genzano (stipe di Pantanacci) e dal Santuario di Diana a Nemi, oltre ai materiali provenienti dalla Collezione Ruspoli.
All’interno di quest’ala è inoltre possibile ammirare un tratto musealizzato del basolato romano del clivus Virbii, che da Ariccia conduceva al Santuario di Diana.