Una riflessione artistica multidisciplinare sul poeta romano Ovidio, il suo esilio a Tomi, la sua opera Metamorfosi e il dramma della separazione da Roma. L’installazione/performance si compone di tre percorsi principali di fruizione che esplorano la figura di Ovidio in modo immersivo e coinvolgente, utilizzando video, letture, musica dal vivo e una performance teatrale finale.
L’installazione/performance si compone di tre percorsi principali di fruizione che esplorano la figura di Ovidio in modo immersivo e coinvolgente, utilizzando video, letture, musica dal vivo e una performance teatrale finale.
Fasi dell’Evento:
1. Proiezione in Loop: "Metamorfosi di un Poeta" • Descrizione: Un documentario di 20 minuti che esplora la vita di Ovidio, le sue Metamorfosi e il periodo del suo esilio. Il filmato sarà proiettato in loop per tutta la durata dell’esposizione, permettendo al pubblico di immergersi nella storia del poeta.
2. Ascolto in Cuffia: "Le Metamorfosi di Ovidio" • Descrizione: Il pubblico potrà scegliere di ascoltare in cuffia letture di brani tratti dalle Metamorfosi di Ovidio. Le letture saranno suddivise in tre aree tematiche del museo, ognuna con un ambiente evocativo diverso: Busti e marmi: Brani che esplorano il rapporto tra Ovidio e la mitologia classica, centrati sui cambiamenti fisici e sulle trasformazioni. Le navi: Brani dedicati ai temi del viaggio, del cambiamento e dell’esilio. La strada - Clivus Virbii: Passaggi che rievocano l’impatto della vita urbana di Roma e la sua decadenza sotto l’occhio del poeta esiliato.
3. Lettura/Performance di "L’Ultima Metamorfosi". Un evento in anteprima nazionale in cui attori professionisti, accompagnati da un musicista, daranno voce e corpo a stralci della sceneggiatura inedita di Pietro Faiella, L’Ultima Metamorfosi. Il racconto narra i momenti drammatici dell’esilio di Ovidio e della sua convivenza con il popolo barbaro dei Geti, alternandoli con i ricordi della vita a Roma. La performance offrirà un contrasto tra la magnificenza della Roma imperiale e la desolazione della steppa dei confini del Ponto Eusino.
Inizio evento | 08-08-2025 7:00 pm |
Costo per persona | Evento gratuito con prenotazione obbligatoria |
Luogo | Museo delle Navi Romane di Nemi |
Il Museo venne costruito tra il 1933 e il 1939 per ospitare due gigantesche navi appartenute all’imperatore Caligola (37-41 d.C.) recuperate nelle acque del lago tra il 1929 e il 1931. È stato quindi il primo Museo in Italia ad essere costruito in funzione del contenuto, due scafi dalle misure rispettivamente di m. 71,30 x 20 e m. 73 x 24, purtroppo distrutti durante un incendio nel 1944. Riaperto nel 1953, il Museo venne nuovamente chiuso nel 1962 e infine definitivamente riaperto nel 1988.
Nel nuovo allestimento, l’ala sinistra è dedicata alle navi, delle quali sono esposti alcuni materiali, come la ricostruzione del tetto con tegole di bronzo, due ancore, il rivestimento della ruota di prua, alcune attrezzerie di bordo originali o ricostruite (una noria, una pompa a stantuffo, un bozzello, una piattaforma su cuscinetti a sfera).
Sono inoltre visibili due modelli delle navi in scala 1:5 e la ricostruzione in scala al vero dell’aposticcio di poppa della prima nave, su cui sono state posizionate le copie bronzee delle cassette con protomi ferine.
L’ala destra è invece dedicata al popolamento del territorio albano in età repubblicana e imperiale, con particolare riguardo ai luoghi di culto; vi sono esposti materiali votivi provenienti da Velletri (S. Clemente), da Campoverde (Latina) da Genzano (stipe di Pantanacci) e dal Santuario di Diana a Nemi, oltre ai materiali provenienti dalla Collezione Ruspoli.
All’interno di quest’ala è inoltre possibile ammirare un tratto musealizzato del basolato romano del clivus Virbii, che da Ariccia conduceva al Santuario di Diana.